Caffè tossico, è questo il nuovo allarme alimentare che ha gettato nel caos i consumatori anche perché, occorre precisare, i marchi recriminati sono noti.
Tra le bevande maggiormente diffuse e più consumate, sia in Italia che nel mondo vi è sicuramente il caffè. La tazzina infatti conquista tutti per la sua botta di energia, ideale per affrontare anche le giornate più dure. Ma non solo; il caffè non è mera energia data dalla caffeina, ma è anche un punto di incontro, un momento di svago, un strumento di mera convivialità, ossia il pretesto per stare in compagnia di altre persone.
Dalla classica moka o da capsule e cialde, l’offerta è veramente varia ma bisogna sempre stare attenti, soprattutto perché è scattato un allarme che ha sollevato un vero e proprio polverone in quanto da alcuni test eseguiti è emerso che alcuni caffè sono tossici per via di alcune presenze che possono veramente compromettere la salute di chi lo beve. Per questo motivo è importante fare prevenzione e capire quali sono i marchi recriminati in modo che gustare il caffè rimanga comunque un piacere e non fonte di preoccupazioni.
Il mensile svizzero Saldo ha eseguito un test sui caffè ed i risultati che ne sono venuti fuori sono veramente allarmanti, in particolare su due marchi noti come a Aldi e Lidl in quanto nei loro prodotti a base di caffè per l’appunto sono presenti sostanze tossiche, tra cui acrilammide. L’analisi ha analizzato sei confezioni di chicchi di caffè per espresso e sei di caffè crema acquistate nei supermercati svizzeri. Quattro prodotti hanno avuto valutazioni positive, mentre negli altri due – i caffè dei marchi già citati – presentano al suo interno glifosato; non bisogna essere esperti per conoscerlo e sapere che si tratta di un pesticida classificato dall’OMS come possibilmente cancerogeno.
Sebbene i livelli riscontrati, occorre precisare, siano inferiori ai limiti legali, la sua presenza negli alimenti comunque desta non poche perplessità. Un altro elemento di preoccupazione è l’acrilammide, una sostanza chimica che si forma dalla fase di tostatura del caffè. Il limite massimo consentito nell’Unione Europea è di 400 microgrammi per chilo ma alcuni prodotti analizzati si avvicinano molto a questo valore. L’esposizione prolungata a questa sostanza potrebbe avere possibili effetti cancerogeni.
Oltre ai pesticidi ed alle sostanze chimiche sopra citate, anche i metalli pesanti fanno la loro comparsa; metali quali il cadmio e il nichel presenti in alcuni prodotti di Lidl e Migros. I valori sono entro i limiti consentiti ma l’accumulo di questi materiali nell’organismo rappresenta un concreto rischio per la salute.
Altra questione, che spesso viene trascurata ma che è di primaria importanza riguarda la poca trasparenza sull’origine dei chicchi di caffè. Aldi e Lidl non indicano la provenienza del loro caffè che può arrivare da paesi come l’India, Tanzania, Perù. Appunto la mancanza di informazioni dettagliate può influenzare le scelte dei consumatori che ormai oggi sono sempre più attenti alla qualità e sicurezza degli alimenti.
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