Dal salmone al coma: una donna di 63 rimane invalida dopo aver mangiato l’alimento, aperto fascicolo sull’azienda produttrice del prodotto.Â
Quando si tratta di alimentazione, l’attenzione da prestare non è mai troppa. Dall’inizio del 2025 ad oggi sono state tante le allerte alimentari segnalate dal Ministero della Salute, con annesso invito alla clientela a non consumare assolutamente il prodotto recriminato volta per volta e a procedere piuttosto ad una celere restituzione, presso il punto vendita dove si è effettuato l’acquisto, per preservare la salute.Â
Il Ministero di recente ha eseguito un’allerta alimentare in senso lato ma parimenti minacciosa ed avente ad oggetto i tegami di un marchio adibiti alla preparazione dei piatti dove l’elevata presenza di materiali non conformi nelle padelle, rendeva molto alto il rischio di penetrazione all’interno degli alimenti. Ma la notizia apparsa sul web nelle ultime ore ha veramente scosso ancora di più l’opinione pubblica perché non è una semplice allerta alimentare ma un evento grave. Il caso peraltro è anche finito nelle aule dei Tribunali.
Il caso in realtà risale a due anni fa, ma ha avuto di recente alcuni risvolti importanti. Una donna di 63 anni aveva acquistato quattro confezioni di salmone affumicato sottovuoto in un supermercato di Bologna consumandolo insieme a dell’insalata. All’indomani dal pasto apparentemente pastosano, la signora ha iniziato ad avvertire dei sensi di malessere sfociati in sintomi dalla stessa definiti inspiegabili che sono poi via via peggiorati. La donna è sata condotta d’urgenza nel reparto di terapia intensiva nel Policlinico Sant’Orsola.
Meningite, polmonite bilaterale, crisi epilettiche, trombosi e problemi cardiaci insomma la sessantenne è entrata in coma. E’ seguita una ripresa, lentissima ma c’è stata, seppur scandita da tantissime difficoltà . La stessa infatti ha dichiarato quanto le costi fatica nonostante siano decorsi anni dal fatto, compiere anche le azioni più apparentemente semplici, come camminare, respirare, difficoltà nell’esprimersi a parole e non riesce a salire i gradini troppo alti. Nonostante tutto l’invalidità della signora è stata ridotta 35% ed il risarcimento negato, quindi come spesso purtroppo accade, oltre il danno anche la beffa.
Come già anticipato sopra, il caso è finito ai Tribunali. Chiaramente la Procura di Bologna, città dove si è verificato il fatto, ha preceduto con delle analisi che ha rivelato la causa del malessere provocato dalla donna. Nello specifico il salmone conteneva 3 milioni di unità di batterio Listeria monocytogenes per grammo di prodotto. Il pubblico ministero che si occupa del caso, la dottoressa Gabriella Tavano ha chiesto il rinvio a giudizio per il legale rappresentante della ditta che ha importato il prodotto. L’azienda, che ha sede ad Ancona, è imputata con l’accusa di lesioni colpose gravi e commercio di alimenti nocivi.
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